mercoledì 3 gennaio 2007

Capodanno digitale



Mi sto muovendo a un centinaio di metri di altezza su un mare piatto, senza increspature. L'unica sensazione è un fruscio leggero di vento, come veleggiare su un aliante in uno spazio senza dimensioni. Il sole alla mia destra si sta trasformando in una palla rossa, immensa, senza calore. Mi alzo di un altro centinaio di metri evitando le creste di un rilievo. Il vestito, vaporoso, di seta nera a falde, si muove dolcemente come la pinna caudale di un Black Moor in un acquario. Più in basso il nulla, se non uno strato biancastro di nuvole impalpabili.
L'ultimo modello di occhiali comprato nel pomeriggio mi avverte della presenza di qualcuno molto più in basso, mentre una lista di nomi inizia a comporsi a poco a poco sulla sinistra dello schermo. Ci siamo ormai. Seguo sulla mappa la disposizione dei punti verdi colorati e scendo dolcemente sulla verticale. Mi piace volteggiare senza peso fra le astratte costruzioni di SL, fra gli alberi digitali mossi da algoritmi variabili che li fanno ondeggiare in modo innaturale, ma così bello a vedersi. Preferisco i tempi dilatati del trasferimento in volo, anziché l'immediatezza del teletrasporto, il modo più facile per muoversi in questo spazio che di giorno in giorno si accresce sempre più.
I confini limitati e ben definiti delle abitazioni futuristiche compaiono ai miei piedi. Gli occhiali mi avvertono degli ultimi arrivati, poi cessano di funzionare: troppa gente ormai, la lista di estenderebbe a dismisura. Sono le 23:30 ora di Parigi del 31/12, le 14:30 del PST, orario ufficiale di SL, e la gente dall'area GMT +1 è in arrivo per festeggiare il nuovo anno in una discoteca alla moda.
Atterro fra creature bizzarre. Un furry mi saluta, un tale con un vestito da sera mi chiede un bacio, che gli nego, un samurai completo di Daisho sta parlando con una ragazza indiana in sari coperta di piercing.
M'infilo nel locale con un evidente lag informatico. Le immagini di me stessa iniziano a muoversi a scatti, mentre i lampi di una enorme discoteca escono a sprazzi da una porta gigantesca sempre aperta. Mi danno con le freccie della tastiera per riportare il movimento alla normalità, mentre un botto scuote i vetri della mia finestra di fronte al computer. La finestra del mondo reale intendo. In SL invece tutto è silenzio, sebbene il chiasso sia più che evidente per le innumerevoli voci che si levano da un fondo inconsistente, parole scritte in lingue e stili diversi che si susseguono senza interruzione sulla sinistra dello schermo e che svaniscono impallidendosi a poco a poco come suoni lontani portati da un'inconsistente brezza digitale. Solo un leggero rumore d'acqua corrente sembra giungere dagli altoparlanti del computer.
Due host mi salutano cordialmente: lei in abito lungo da sera di tonalità argentea, ha le spalle scoperte e una lunga chioma flex che le ondeggia a ogni minimo movimento; lui indossa un blazer blu, con un paio di scarpe fuori dimensioni. Mi accorgo che lei ha una pelle speciale, costosa, molto reale, picchiettata da leggere efelidi sul collo e sugli zigomi. Mi avvicino per osservarla meglio. Gli occhi azzurri mi fissano senza espressione, con la profondità di una bambola costosa. Il ritmico spostamento del suo seno è così reale che quasi mi sento imbarazzata a osservarla così da vicino. Mi guarda sbattendo gli occhi, restando fissa in una posizione sexy che cambia simmetricamente a seconda della direzione verso cui è rivolta, ma probabilmente non mi vede.
L'uomo si allontana silenzioso oltrepassandomi.
Lo schermo mi si affolla di frammenti di dialoghi, sbriciolati e leggeri, che si perdono quasi istantaneamente. Attivo la console del controllo musicale per rompere il silenzio irreale che riempie la mia stanza. Lo streaming di un brano hip-hop a tutto volume si fa largo con violenza. La qualità della trasmissione è altissima, quasi avessi inserito un cd nel lettore. Un grosso gruppo di afroamericani sta ballando. Alcuni in coppia con i colori delle bande del Bronx, due ragazze di colore si strofinano contro due neri enormi, muscolosi, con bracciali in oro che lanciano sprazzi di luce sul pavimento multicolore della discoteca.
Decido di attivare il sistema di script automatico e inizio a danzare ritmicamente al suono di un brano di Snoop Dog, mentre la host si allontana sculettando dolcemente nel vaporoso vestito argenteo che lascia intravvedere le lunghe gambe abbronzate. Tengo d'occhio la sala agendo sulla camera di controllo. Ecco i primi in arrivo.
Sono due ragazzi giovani in jeans, ben curati nei particolari, con tee shirt multicolori.
La richiesta viene anticipata dal ritmico ticchettare della tastiera, mentre il più basso dei due mima la scrittura con le mani piatte, quasi bidimensionali, segno di un recente arrivo in questo strano e labile mondo informatico.
Mi chiede in slang americano se ho voglia di fare due salti con lui.
Gli rispondo cercando di mantenermi quanto più possibile distaccata, ma senza dimostrare freddezza. In una notte così non è consentito.
Torna alla carica facendo i complimenti per i miei occhiali e mi chiede la provenienza. Rimango sul vago. La linea di confine fra il moralmente lecito e l'illiceità dell'occasione è così labile che basta poco a rovinare un incontro.
Il ragazzo butta il discorso sul personale, parla del fascino di una donna con le fattezze orientali, solite cose che - anche se consuete - mi danno sempre una minima soddisfazione.
Inizia a parlare di se stesso, di un corso di informatica avanzata alla Pacific University di Forest Grow, poi mi chiede di andare con lui da qualche parte. La proposta è sempre la solita, scontata e noiosa: fare del sesso digitale. Ecco la costante di SL. Taglio corto spostandomi di qualche metro, ma la sua voce mi giunge in IM, il sistema chat nascosto che permette di dialogare in modo personale.
Lo liquido bruscamente, mentre il secondo interviene cercando di intercedere per l'amico. Rifiuto una richiesta di amicizia e mi sposto di qualche metro ancora. Il ritmo della musica è sempre più ossessivo, mentre le immagini si muovono a scatti. Il tale dice qualcosa, ma evito qualsiasi risposta e, alla fine, le sue parole iniziano a perdersi nel fiume in piena dei tanti dialoghi che affollano lo spazio dello schermo.

Mancano 12 minuti allo scoccare dell'ora e la gente sembra essere sempre più numerosa. Il controllo della visualizzazione è sempre più difficile e frustrante. Decido quindi di concentrarmi sui due livelli di chat permettendo al mio avatar di ballare senza interruzioni.
Una voce mi giunge via IM, mi chiede informazioni sulla mia vita reale. E' un collega di una tv internazionale che sta passando le ore su SL provando a raccogliere materiale per un articolo. Iniziamo una lunga discussione sulle conoscenze comuni e sulla politica internazionale, della Somalia e del mio probabile viaggio in quell'inferno, dell'esecuzione di Saddam Hussein a Baghdad, di George Bush... mentre il tempo scorre senza sosta.
E' una situazione piacevole. Mi alzo un attimo dalla postazione e mi faccio un nescafé, mentre dalla strada giungono voci concitate di persone in attesa del momento fatale.
Rileggo le frasi che il mio nuovo amico mi ha scritto nel frattempo e rispondo concentrandomi, finché un suo messaggio non mi riporta alla realtà: manca un minuto allo scadere della mezzanotte. Gli chiedo come vive d'oltreoceano, a sei ore di
differenza, il passaggio al nuovo anno, qui, dall’altra parte del mondo. Anche per lui è un’esperienza strana, sebbene meno coinvolgente della mia. Poi mi arriva un’affermazione che mi colma di felicità: "come potrei lasciarti sola in un momento così importante?".

Ora mancano trenta secondi, venticinque... mi guardo intorno e scopro che siamo rimasti praticamente solo noi due sulla enorme pista da ballo della discoteca.

quindici, quattordici... vorrei abbracciarlo. Gli mando un messaggio rapido, pieno di refusi per la foga… Non so come si faccia ad abbracciare qualcuno in SL… forse mi manca lo script dell’animazione… non importa…

dieci, nove, otto... L'amico scandisce gli ultimi secondi in inglese, io glieli ripeto in francese.

Tre, due, uno.... HAPPY NEW YEAR!!! S novjm godom! Dice una voce in russo sulla sinistra dello schermo.
Ho un'agitazione addosso che mi fa saltare sulla sedia, così come lo spavento per una una serie di esplosioni giù nella strada. Il cielo di Parigi è illuminato a giorno. C'è gente che balla in mezzo al boulevard tre piani più sotto.

Torno al monitor e la faccia sorridente del mio amico appare diafana in un effetto realistico di nebbia all'anidride carbonica. Il lag sembra scomparso, tanto che posso girarmi e guardare ovunque senza problemi di sorta.

Decido di scollegarmi, mentre il mondo intorno a me sembra impazzito. Spengo il computer buttando giù l'ultimo sorso di nescafé ormai freddo. 
Mi infilo sotto la doccia con  la sensazione di aver trascorso uno dei capodanni più riusciti della mia vita. Fra un'ora potrei ricominciare e festeggiare con qualche amico inglese e ripetere, al contrario, quanto ha fatto con me il giornalista americano, ma preferisco lasciar stare.
Sarebbe come voler forzare la mano al destino.


1 commento:

Samantha Goldflake ha detto...

Complimenti Rossana, bellissimo primo post! Me lo sono riletto almeno tre volte, in giorni diversi.

Ho linkato il tuo blog sul mio, che pubblico all'URL http://samylifestyle.blogspot.com/

Ciao, ci vediamo in SL! Un abbraccio.