domenica 4 febbraio 2007

Walk sexy



Il grado di perfezionamento estetico di un avatar è direttamente proporzionale al tempo trascorso in SL. Sia in senso positivo sia in senso negativo. L'accumulo di esperienza nella manipolazione degli elementi strutturali di un av umano o di un furry è tale da discriminare in modo evidente chi frequenti SL da una settimana, rispetto a chi bazzichi per le vie digitali da un tempo molto più lungo. Il segreto non sta tanto nell'apportare modifiche sostanziali tutte in un colpo, ma di acquisire una vera e propria capacità di autolimitazione. Si tratta cioè di quella capacità acquisita che permette di aggiungere in modo graduale e indolore elementi e caratteristiche tali da variare in modo quasi impercettibile il risultato finale. Lo scopo è infatti quello di evitare di rendersi improvvisamente irriconoscibile o di guastare
in un colpo solo settimane di perfezionamenti e miglioramenti progressivi, perdendo di vista quello che è il fine ultimo e più importante di SL: essere una copia sempre più perfetta del mondo della realtà fattuale, ma con qualche miglioramento in più.

Rendere l'avatar sempre più reale e sempre meno legato alla manciata di pixel che ne costituiscono la struttura di base è dunque il motivo ultimo della manipolazione morfologica ma, soprattutto, quello di disporre di uno strumento che permetta di potenziare, quanto più possibile, il proprio grado di autocompiacimento.

Che sia innamorata di me stessa è indubbio. Passo delle ore a guardarmi e a migliorarmi e i risultati - almeno così mi sembra - sono tutt'altro che negativi. Ormai riesco a modellare il mio corpo con risultati soddisfacenti, risultati che nel mondo reale richiederebbero mesi di workout massacranti in palestra, regimi dietetici all'orlo della follia o decine di migliaia di euro in perfezionamenti estetici. Tutto questo però ha un costo, non tanto economico, quanto più di impegno e di sostegno morale.
Sì, perché l'attività di modifica delle proprie caratteristiche morfologiche non può né dovrebbe prescindere in genere dal supporto di un consulente. Si tratta di qualcuno di assolutamente fidato, che ti consigli e ti convinca su quale sia la scelta migliore, senza tuttavia interferire in modo troppo deciso sui tuoi voleri personali. Un po' come il chirurgo plastico di fiducia che, al di là dell'eseguire alla lettera quanto tu direttamente richiedi, ti consigli per il meglio circa le scelte e i risultati finali e, soprattutto, che sia fidato al punto da essere sicuri che non si faccia prendere dalla smania di strafare. Certo, perché l'intervento ostile di un consulente non fidato può tramutarsi in un'arma terribile, che può determinare metamorfosi incontrollabili e disastri irrecuperabili, tali da portare a decidere in modo drastico e drammatico di mettere definitivamente fine alla propria vita virtuale.
D'altra parte agire da soli non è quasi mai il modo vincente di operare, anche perché - oltre al piacere a se stessi - lo scopo ultimo è quello di piacere al prossimo. E il giudizio personale su se stessi è sempre troppo indulgente o, in certi casi, troppo severo, quindi mai veramente obiettivo.

Insieme alle manipolazioni strutturali esistono poi una serie di altre caratteristiche che possono rendere se stessi più o meno piacenti. Una delle potenzialità che permettono a un abitante di SL di differenziarsi in modo evidente da un newbie è la camminata, situazione difficile da gestire, tanto quanto da mettere in pratica, proprio per la facilità di ridicolizzare in modo definitivo la propria immagine o di renderla molto diversa da quanto in realtà non ne rispecchi il carattere.

Ho acquistato di recente un paio di costose scarpe a zeppa, leggermente esagerate per gli standard di RL, ma ideali per passeggiare lungo le strade di SL e che si adeguano quasi perfettamente alle caratteristiche fisiche che mi contraddistinguono. Si tratta di un modello raffinato, con grandi suole che mi rendono ancor più alta di quanto io già non sia.
Come per gli occhiali, anche le scarpe possono cambiare colore, giusto per intonarle a qualsiasi vestito s'indossi; e, a renderle più complete, c’è poi la possibilità di variarne il colore dei lacci in modo autonomo rispetto alla tomaia. Mi sono costate un occhio, ma ne è valsa la pena e non solo per le sfumature cromatiche che esse presentano.

Mi trovavo nel centro di Amsterdam, con un discreto lag causato dagli innumerevoli elementi solidi utilizzati per ricreare l'ambientazione urbana, seduta in un piccolo bar a godermi il passaggio. Avevo indossato le scarpe e mi ero riseduta per tentare di cambiare le tonalità di colore. Le solite richieste di amicizia e i saluti ammiccanti si erano susseguite per gli ultimi dieci minuti, poi l'arrivo di una persona un po’ più interessante mi aveva per un attimo distratto dal recente acquisto. Sta di fatto che dopo circa una mezzora, stanca di continuare a osservare il mondo dalla stessa prospettiva, mi sono decisa da fare un giro nei paraggi. Ed ecco la rivelazione, qualcosa di mai sperimentato e che da quel momento mi ha cambiato la vita: invece dell'incedere a passetti, con l'andatura classica da marionetta che tanto contraddistingue i più biechi newbie, il mio corpo ha iniziato ad ondeggiare e a camminare come nessuna delle più scafate mannequin potrebbe mai riuscire a fare. Uno sculettamento tanto sexy da entusiasmare non solo il gruppetto di avventori del locale, ma soprattutto me stessa.
Neanche a dire che la passeggiata lungo la Damrak ha lasciato un segno, quasi si sia trattato di un rito di passaggio a una nuova dimensione sociale in un mondo che di giorno in giorno diventa più complicato. Strascichi importanti ce ne sono stati, non ultima la mania quasi patologica per le scarpe, che ora non mi tolgo neanche per andare a fare il bagno in piscina. La camminata a passetti è diventata ormai una vergogna da consumare solo a casa propria o lontani da qualsiasi sguardo estraneo. Un po’ come la postura impalata che tanto contraddistingue i nuovi venuti dai veri abitanti di SL.
Ma questa è un’altra storia.

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